PNRR: nuove sfide per le università. Il ruolo strategico della comunicazione

Padova, 22-24 settembre 2022
CoDAU2022 Mapelli, Scuttari, Messa
di Paola Claudia Scioli, Redazione AICUN

 

È stato interessante partecipare al XIX Convegno Nazionale del CoDAU, che si è svolto all’Università degli studi di Padova dal 22 al 24 settembre 2022. Tema chiave il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cruccio attuale di tutti gli atenei e centri di ricerca che hanno visto approvati i progetti presentati e, improvvisamente, si sono trovati una ingente quantità di finanziamenti da investire oculatamente per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Se da un lato si tratta di un grande successo del mondo accademico italiano, che ha dimostrato per l’ennesima volta di saper fare squadra e di saper scrivere progetti complessi in brevissimo tempo - cosa per niente scontata - dall’altro la fase di realizzazione, che adesso si trova ad affrontare, risulta molto delicata e crea qualche preoccupazione ai direttori generali e ai dirigenti delle università italiane riuniti a Padova proprio per scambiarsi idee e allenarsi a fare squadra per affrontare insieme eventuali difficoltà.

È evidente che, a fronte di tante opportunità, il PNRR ha prodotto anche tante responsabilità per il management delle università e il rischio di non centrare gli obiettivi nei tempi giusti a causa della troppa burocrazia che attanaglia le pubbliche amministrazioni nel nostro Paese e che rallenta molto l’attuazione delle riforme, che l’Università sta aspettando da molto tempo.

CoDAU2022 sala aperturaDi questo si parlato in vari momenti durante il convegno e questo è stato ribadito dal direttore generale del Politecnico di Torino, Vincenzo Tedesco che, intervistato, ha posto l’accento sulla necessità di tenere molto ben sotto controllo i costi, i tempi e i risultati da raggiungere per poter rendicontare correttamente e ottenere tutti i finanziamenti, che arriveranno a posteriori, cioè ad obiettivi raggiunti, cosa della quale è ben consapevole anche la direttrice generale dell’Università della Calabria, Giancarla Masè, per la quale il PNRR è una risorsa imprescindibile per lo sviluppo delle infrastrutture e l’assunzione di ricercatori e assegnisti che spera possano essere stabilizzati anche dopo lo scadere dei finanziamenti del PNRR.

Marco Degli Esposti, direttore generale dell’Università degli studi di Firenze, intervistato su quali rischi si celano sotto i progetti del PNRR, ha invece puntato molto l’accento proprio sulla necessità di comunicarli adeguatamente per favorire quel public engagement, diventato un “mantra” per gli atenei sottoposti alla valutazione periodica dell’ANVUR. Il rischio per le università è di non avere abbastanza risorse qualificate per fare questo e di dover ricorrere all’esterno per trovare le professionalità già formate. Rischio che AICUN, sulla base delle ricognizioni che regolarmente fa sui propri associati, ritiene essere abbastanza remoto, sia per la preparazione dimostrata in molte occasioni dai comunicatori di università sia per le innumerevoli e costanti attività di formazione che sta realizzando da tempo, soprattutto connessa alla comunicazione della scienza. Fondamentali restano, comunque, secondo Degli Esposti la ricognizione interna e l’ascolto per poter “scovare” le potenzialità inespresse e riconoscerne il valore.CoDAU2022 chiusura

Anche Vincenzo Tedesco è convinto che gli investimenti in comunicazione e in formazione siano una risorsa per il futuro delle università e che sia necessario individuare le persone interne da far crescere per lavorare ai progetti del PNRR prima di assumerne di nuove. Tuttavia, le persone vanno motivate e ingaggiate, ed ecco che torna in campo la comunicazione, che è fondamentale per creare senso di appartenenza e orgoglio di far parte di una squadra, di un team di ricerca, di un ateneo, cosa della quale è convinta anche Daniela Mapelli, la rettrice dell’Università degli studi di Padova, che quest’anno festeggia i suoi 800 anni di vita e che ha investito molto in comunicazione anche per consolidare e rafforzare quel rapporto tra università e città che ha caratterizzato la sua lunga storia.

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