Il Convegno Nazionale del CoDAU, che si è tenuto dal 22 al 24 settembre 2022 presso l’Università degli studi di Padova, è stata un’ottima occasione di networking tra i direttori generali e i dirigenti delle università italiane, che hanno partecipato in oltre 300 alla tre giorni di lavori.
Come ha sottolineato Alberto Domenicali, direttore generale dello IUAV di Venezia, uno dei valori aggiunti di questi incontri è proprio la grande ricchezza di rapporti che si riescono a instaurare o a rinforzare. Potersi confrontare su temi strategici per il sistema universitario italiano, ma anche sui problemi pratici della quotidianità, contribuisce a rendere ancora più utile questo genere di incontri.
Opinioni queste condivise anche da Andrea Rossi, vice presidente CoDAU, direttore generale dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e coordinatore delle università “non statali” che per la prima volta hanno gestito un panel al convegno del CoDAU. L’importanza di fare sistema tra tutte le università italiane statali e non statali è fondamentale per Andrea Rossi e per gli altri direttori generali e dirigenti delle università private riunitesi a Padova. La condivisione di esperienze, la cosiddetta cross-fertilization, può solo portare ad affrontare le sfide che ci aspettano con maggiore consapevolezza.
Ed è ancora più importante in questo momento di grande trasformazione che sta investendo il sistema universitario, che si trova ad avere a disposizione una grande quantità di finanziamenti collegati ai progetti del PNRR, che potranno però essere ottenuti concretamente solo a posteriori, cioè nel momento in cui si dimostrerà di aver realizzato i primi step di avanzamento dei lavori. Un momento delicato che è una grande opportunità, ma anche un rischio se non si riesce a rendicontare in tempo, a tenere sotto controllo i costi e a raggiungere i risultati previsti, come ricorda Vincenzo Tedesco, vice presidente vicario CoDAU e direttore generale del Politecnico di Torino. Preoccupazione condivisa anche da Alberto Domenicali e dal presidente di CoDAU, Alberto Scuttari.
In realtà, sostiene Loredana Segreto, direttore generale dell’Università del Piemonte Orientale, i progetti del PNRR dovrebbero essere solo qualche cosa in più rispetto ai numerosi progetti nazionali e internazionali, ai quali siamo perfettamente abituati a partecipare, raggiungendo anche successi consistenti.
Per i nostri atenei è l’occasione per dimostrare le proprie competenze e riaffermare il proprio ruolo di traino e motore del cambiamento radicale che stiamo affrontando. Dopo tutto le università sono abituate a sperimentare e a innovare. Ora è giunto il momento per dimostrare alla società civile l’importanza di avere nelle università un punto di riferimento, qualcuno a cui guardare per affrontare consapevolmente il futuro, qualcuno con cui costruire il futuro.
Certo per “portare a terra” i progetti del PNRR le università devono essere attrezzate al meglio, valorizzando e formando le risorse esistenti e integrandole con nuove risorse in grado di portare le competenze e le professionalità che ancora nelle università non esistono. Lavorare in team trasversali sarà strategico sia per raggiungere gli obiettivi prefissati nei tempi richiesti, sia per rinforzare e far crescere il capitale umano dei nostri atenei. Si tratta di utilizzare il PNRR come un investimento ulteriore per il futuro.
In tutto questo la comunicazione circolare ha un ruolo essenziale, perché l’avanzamento dei lavori va comunicato al meglio. La società civile deve avere consapevolezza di quello che sta cambiando, e come, intorno a sé. Ed è chiaro che è strategica anche la comunicazione interna ai team e tra i team perché la complessità non può più essere affrontata dai singoli, cosa della quale è convinto anche Alberto Domenicali, che attribuisce alla comunicazione un ruolo strategico per la valorizzazione delle attività di ricerca e per la reputazione del sistema universitario italiano.
