Il XIX Convegno Nazionale del CoDAU, che si è svolto dal 22 al 24 settembre 2022 nella splendida cornice di Palazzo Bo e dell’Orto Botanico all’Università degli studi di Padova, è stata un’occasione importante di confronto e condivisione di idee per gli oltre 250 direttori generali e dirigenti delle 80 università italiane presenti. Significativo anche il coinvolgimento di alcuni rettori, della Ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, del presidente della CRUI, Ferruccio Resta, e del presidente di ANVUR, Antonio Uricchio, che hanno partecipato attivamente ai lavori portando il loro contributo alla discussione.
Un successo per la qualità e la quantità dei partecipanti, ma anche per la possibilità di delineare a grande maggioranza le prospettive di sviluppo per il futuro delle università italiane. L’auspicio è che l’alta formazione, grazie a politiche stabili e chiare, sia considerata finalmente un investimento strategico per la crescita del Paese – come ha sottolineato la ministra Maria Cristina Messa -, con finanziamenti adeguati al compito di aumentare il numero di giovani che accedono ai percorsi universitari raggiungendo almeno il 40% nella fascia tra i 25 e i 34 anni e di formare efficacemente le competenze richieste dal mercato del lavoro in continuo cambiamento.
Focus principale delle discussioni è stato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. I fondi sono stati quasi completamente assegnati agli atenei. Ora – come ha sottolineato il presidente del CoDAU, Alberto Scuttari - parte il lavoro più importante, quello della realizzazione dei progetti e del raggiungimento degli obiettivi nei tempi prestabiliti, che richiede molta dedizione.
Per questo, il rinnovato impegno, da parte dei direttori generali e dei dirigenti degli atenei italiani pubblici e privati, a mettere a servizio della comunità accademica e del Paese le proprie capacità e competenze è ancora più importante in un momento strategico per il mondo universitario e per la società civile. Un momento che comporterà un impegno straordinario in termini di risorse, ma che sarà auspicabilmente il preludio di trasformazioni radicali delle quali il nostro Paese ha estremo bisogno e per le quali l’università avrà un ruolo centrale.
Un’università che dovrà dimostrare di essere in grado di distinguersi come sistema non solo per il saper fare bene la didattica e la ricerca scientifica, ma anche per le proprie capacità organizzative e manageriali, fondamentali per rendere le università competitive, come ha sostenuto nel suo intervento il presidente della CRUI, Ferruccio Resta.
E per vincere la sfida non basta cambiare continuamente il sistema delle regole. È necessario – come ha evidenziato il presidente del CoDAU Alberto Scuttari - costruire il cambiamento attraverso riforme meditate ed essenziali che trasformino le università in organizzazioni più moderne e sostenibili. La spinta che Il PNRR imprime mal si concilia con il permanere di limiti specifici di spesa e di fabbisogno che ne rendono più difficile, e quindi più lenta l’attuazione e ostacolano la responsabilizzazione rispetto ai risultati, che a livello economico sono rappresentati dal risultato di esercizio e a livello sociale dall’impatto misurato dai sistemi di valutazione interni ed esterni. Le università sono organizzazioni che competono sul mercato globale e sono pronte a rispondere dei risultati e degli esiti, ma chiedono adeguati corridoi di flessibilità gestionale, cosa ampiamente condivisa dai partecipanti all’evento.
Parlare di PNRR e di organizzazione significa anche affrontare il tema delle risorse umane, che sono cruciali per il raggiungere gli obiettivi prefissati e per gestire in modo adeguato le risorse economiche a disposizione. La differenza fra il successo e l’insuccesso, dentro un percorso di regole e obiettivi disegnati, la fanno, infatti, le persone.
Le università, in questo momento più che mai, hanno uno straordinario bisogno di persone competenti, qualificate, professionali, coinvolte e adeguatamente retribuite. Per questo, in particolare, è necessario che vengano individuati strumenti di differenziazione retributiva competitivi nel mercato del lavoro e modalità efficaci di assegnazione delle responsabilità organizzative e professionali, anche alla luce dei piani di reclutamento straordinari approvati recentemente dal Governo. Reclutamento che dovrà prevedere regole più semplici, attrattive e maggiormente orientate alla valutazione delle competenze mancanti, secondo quanto sostengono i direttori generali degli atenei italiani.
Sulla base di un’indagine che il CoDAU ha commissionato alla società Talent Venture le Università sono oggi caratterizzate da un’età elevata dei lavoratori tecnici-amministrativi, inquadramenti in categorie prevalentemente basse, bassa attrattività dei concorsi pubblici e si trovano ad affrontare una fase cruciale di cambiamento del mercato del lavoro. Dispongono mediamente di 1 dirigente per ogni 300 dipendenti tecnici ed amministrativi, il rapporto di gran lunga più basso dell’intera pubblica amministrazione.
Questa situazione però può cambiare proprio grazie alla legge di bilancio dell’anno 2022, che ha previsto un importante piano quinquennale per il reclutamento di personale universitario, per la prima volta rivolto anche al personale tecnico-amministrativo, e alla riforma a regime delle progressioni verticali all’interno della pubblica amministrazione. Due strumenti sui quali contano i direttori generali per consentire di invertire il trend negativo della diminuzione di addetti, che ha caratterizzato gli ultimi decenni del sistema universitario italiano.
Per questo è stato più volte sottolineato che l’obiettivo principale dei vertici delle università è investire sulle risorse umane esistenti e sulla loro qualificazione professionale che sarà accompagnata anche dall’assunzione di nuove competenze in grado di arricchire con professionalità specifiche i team che operano nel mondo della formazione e della ricerca.
In tutto questo diventerà ancora più importante e strategico il ruolo della comunicazione e il contributo che AICUN-Associazione Italiana dei Comunicatori di Università potrà dare allo sviluppo della comunicazione delle università.