«Con questa nomina il CNR torna a essere nel pieno delle sue funzioni organizzative e gestionali, oltre che scientifiche». Queste le parole della ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, che annuncia con grande soddisfazione la nomina di Maria Chiara Carrozza a Presidente del CNR.
Nomina che è stata accolta con favore anche da Massimo Inguscio, che ha guidato negli ultimi tempi il più importante Centro di ricerca pubblico e che ha dichiarato «Arriva una persona molto autorevole scientificamente, ma anche capace di gestire».
Il punto è questo: la persona giusta al posto giusto. Non è questione di essere la prima donna a ricoprire la funzione, come si legge ovunque oggi.
Maria Chiara Carrozza è una scienziata di altissimo profilo professionale, che ha ricoperto incarichi scientifici e gestionali di livello nazionale e internazionale. Autrice di numerose pubblicazioni e brevetti, responsabile di progetti europei, cofondatrice di spin-off accademici, presidente di società scientifiche e di panel di esperti. Ha insegnato e condotto ricerche in centri e università in Italia, Europa, Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Cina.
Fisica, bioingegnera e biorobotica, già rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e ministra dell’Università e della Ricerca con il governo Letta, ora arriva nel pieno della sua carriera, a soli 56 anni, alla guida del più importante e grande centro di ricerca del Paese che ha bisogno di essere rilanciato proprio in un momento storico in cui abbiamo finalmente capito che la ricerca è fondamentale per lo sviluppo del nostro paese e per la competitività internazionale.
Grandi sono le aspettative che tutti noi abbiamo dopo le ultime emergenze sanitarie da questo mondo spesso ancora misterioso e considerato erroneamente lontano dalla realtà quotidiana: una sfida e una responsabilità senza precedenti per la neo-presidente.
A distanza di quasi un secolo da quando a capo del CNR Guglielmo Marconi, il padre del telegrafo senza fili, gestì una delle grandi rivoluzioni della scienza e dell’industria, quella delle telecomunicazioni, oggi Maria Chiara Carrozza, portatrice della cultura dell’intelligenza artificiale e della robotica sociale, si trova a gestire la grande trasformazione digitale, che è la più grande sfida del nostro secolo.
Ci aspettiamo che il CNR, così come le Università, siano un vero motore, in modo trasversale su tante tematiche e settori, per valorizzare e fare emergere le infinite potenzialità che esistono nel sistema della ricerca italiana.
E la comunicazione, gestita in modo professionale e autorevole, può e deve essere considerata un importante asset strategico della rivoluzione che ci aspetta.
di Paola Claudia Scioli
Redazione AICUN