Nei nostri boschi è emergenza bostrico.
Oltre alla distruzione di intere foreste in tutta l’Italia nordorientale, la tempesta Vaia del 2018 infatti, ha avuto come grave conseguenza anche la proliferazione di questo piccolo coleottero presente naturalmente nei boschi, che si nutre soprattutto delle piante danneggiate di abete rosso. La grande quantità di alberi schiantati dopo Vaia e l'aumento delle temperature, hanno consentito alle popolazioni di bostrico di passare da una presenza endemica ad una presenza epidemica sul nostro territorio compromettendo la capacità del bosco di rigenerarsi e di continuare a offrire servizi ecosistemici.
Proprio all’epidemia del bostrico è dedicata l'esposizione fotografica Le ferite aperte delle foreste del fotoreporter ambientalista Michele Lapini inaugurata martedì 15 ottobre all'interno del Cortile antico di Palazzo del Bo, nel corso del donor event Eco-emozioni.
La mostra, visitabile liberamente fino al 6 gennaio negli orari di apertura del Cortile antico: da lunedì a venerdì dalle 7.30 alle 19.30, sabato e domenica dalle 9.30 alle 17.30, racconta gli effetti devastanti che il parassita sta causando in numerose aree boschive del Veneto.
Un'emergenza a cui l'Ateneo di Padova ha risposto attivando una campagna che ha l'obiettivo di finanziare due dottorati di ricerca di durata triennale in Selvicoltura e Entomologia, coordinati dai Dipartimenti Tesaf e Dafnae dell'Università di Padova, finalizzati allo studio del fenomeno epidemico e di nuovi metodi e strumenti di prevenzione.
La mostra è stata resa possibile grazie al prezioso contributo di Fondazione Cariparo e Associazione degli Amici dell'Università di Padova.