"Comunicare l'intelligenza artificiale (IA) può essere difficile per diversi motivi. Uno di questi è che l'IA è un campo complesso e interdisciplinare che comprende molti sottocampi e tecnologie diverse, come l'apprendimento automatico, l'elaborazione del linguaggio naturale e la computer vision. Questo può rendere difficile, per chi non è esperto del settore, la comprensione dei concetti e della terminologia utilizzati per descrivere l'IA.
Un'altra ragione è che nei media popolari e nel discorso pubblico ci sono molte idee sbagliate e incomprensioni sull'IA. Ad esempio, alcune persone possono temere che l'IA diventi troppo potente e conquisti il mondo, mentre altre possono avere aspettative irrealistiche su ciò che l'IA può fare.
Infine, l'IA è un campo in rapida evoluzione, con nuovi sviluppi e progressi continui, per cui può essere difficile tenersi al passo con le ultime ricerche e tendenze. Questo può rendere difficile per gli esperti del settore comunicare efficacemente con i non addetti ai lavori e con altri esperti in diversi settori dell'IA".
(testo di Chat GPT, traduzione di DeepL)
Ne parliamo con:
Stefania Milan, professoressa di Critical Data Studies all’Università di Amsterdam
Teresa Scantamburlo, ricercatrice in Etica digitale, Università Ca’ Foscari Venezia
Floriano Zini, tecnologo, Libera Università di Bolzano, e responsabile Amnesty International per Veneto e Trentino Alto Adige dal 2019 al 2023
Elena Esposito, professoressa di Sociologia all'Università di Bielefeld e all'Università di Bologna
Marco Ricorda, esperto di comunicazione istituzionale e analista
Donata Columbro, giornalista e formatrice
Modera Luca De Biase, editor di innovazione a Il Sole 24 Ore e Nova24
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L'evento sarà trasmesso anche in streaming sulla pagina Youtube della Research Communication Week